Domenica 16 giugno ho avuto il piacere di partecipare al โ๐ท๐๐๐๐๐ย ๐ฉ๐๐๐๐๐๐โ (๐ด๐๐๐๐๐๐๐ย ๐๐๐๐๐๐๐ย ๐๐๐๐๐ย ๐ย ๐๐๐๐๐๐๐), a cura del gruppo di letturaย Specchialegge, Una passeggiata gioiosa, allโinsegna della poesia, nel centro storico di Specchia. Il percorso suggestivo era segnato da fogli, riportanti testi di poesie, appesi casualmente a finestre, cancelli, chiodi sui muri o supporti vari. Le poesie chiuse in rotolini venivano anche donate alle persone che si incrociavano. Nei crocicchi o negli slarghi delle strade capitava dโincontrare gruppi di persone che prendevano il fresco e quello era il momento giusto per leggere una o piรน poesie accolte sempre con un sorriso dโassenso. Io ho avuto la ventura di leggerne, nella Rua Ranne, una di Raimondo Manelli intitolata โMia madre popolanaโ, da me scelta perchรฉ aveva significato tanto per farmi amare la poesia di questo poeta. Mentre leggevo sapevo di leggere un testo che poteva essere riportato a questa realtร sociale per il tema trattato e per lโamore materno e filiale che veniva descritto. Unico neo di questa mia lettura si รจ evidenziato nel momento in cui un signore, che pensavo fosse di Specchia, con una vena divertita, mi ha posto una domanda a cui io, non avendo capito il nesso con la poesia, non ho potuto rispondere. Lo osservavo, sicura dโaverlo incontrato altre volte a Specchia, mentre cercavo di capire chi fosse e, alla fine, ho concluso sistemandolo fra i conoscenti di mio marito. Una mia amica, resasi conto che non avevo riconosciuto il personaggio, mi ha chiarito le idee dicendomi che, il fine dicitore di poesie lette con vena ironica, era Teo Mammucari il noto presentatore televisivo. Sono andata su INTERNET a chiarirmi le idee e devo dire che mi รจ dispiaciuto parecchio non averlo riconosciuto. La passeggiata festosa, visto che si celebrava lโespressione intima dellโanima, รจ proseguita con doni di poesie, applausi e al grido di โw la poesiaโ cosรฌ si รจ arrivati sino alla piazza San Giovanni dove recitatrici e i recitatori si sono alternati con poesie di ieri e di oggi scegliendole secondo i gusti personali e il loro intimo sentire. La Sindaca ci ha deliziato con Dante. A dare maggiore libertร interpretativa ci ha pensato il duo che ha recitato โIl lonfoโ lasciando a tutti quella sensazione di massima libertร che solo la poesia sa donarci.ย Qui mi piace qui ricordare il poeta Raimondo Manelli e la sua poesia โMia madre popolanaโ. Raimondo Manelli nacque in Sardegna, a Gavoi, lโ8 settembre 1916 e morรฌ a Cagliari nel 2006.ย Io ho avuto la grandissima fortuna dโaverlo come preside allโIstituto Tecnico Femminile di Cagliari e giร dโallora lo apprezzavo come persona e come poeta. Tutte le volte che lo incontravo si fermava per salutarmi e per discorrere. A Cagliari visitava le mostre di mio marito perchรฉ io avevo piacere di mandargli il bugiardino nella sua libreria โI poetiโ: aperta per amore della poesia e sperando che diventasse luogo dโincontri poetici e di cultura. La sua vita, condizionata dalla povertร fonte di sua ispirazione, non era mai stata facile ma a Gavoi era felice.ย ย Era sempre dalla parte dei piรน deboli infatti nelle sue poesie emerge la vita della povera gente soprattutto di Gavoi dove lโattivitร prevalente รจ lโagricoltura e la pastorizia.ย ย Della Sardegna scrivevaย lโisola รจ una conchiglia/e vi respira il mare/con le voci del mondo.ย Era un antifascista. Si iscrisse al partito comunista che abbandonรฒ nel 1956 in seguito ai fatti dโUngheria.ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย Federica Murgia
MIA MADRE POPOLANA di Raimondo Manelli
Mia madre popolana
leggeva un poco a stento,
scriveva con mano maldestra
umili frasi sottratte alla scuola serale.
E quando un improvviso temporale
saettava di lampi la povera casa montana,
intonava a gran voce il ยซMiserereยป
Al suon della campana, si segnava
si segnava allโinizio di un viaggio.
Sotto il sole di luglio
brandรฌ la falce per la messe altrui
mia madre contadina.
Forse a lei parve volontร divina
la tirannia dei nobili del borgo.
E dopo ogni suo magro desinare,
diceva: Cosรฌ sโabbia ristoro
al mondo ogni bennata creatura
e ogni anima che soffre in Purgatorio.
Diceva: O figlio.
che Dio ti guardi dalle male lingue
che sono come lโincendio!
Maledetto il peccato mortale!
Alfine, fatta curva dagli stenti
e dalle notti insonni, trascorse
stoiando le seggiole a tutto il contado,
del sembiante operoso
non restรฒ che la luce degli occhi. E la voce.
E al figlio prediletto
Che importa โ diceva se la mia vita
รจ una lampada presso alla fine dellโolio?
Ho dato due lumi al villaggio;
e dโaltro non mโimporta.
E credeva nei sogni
mia madre popolana:
e tanto di me si nutriva,
se mi era lontana,che tutto sognava di me taciturno
per lunghe inclementi stagioni.
Leggeva negli anni futuri,
tanto che io ne tremavo
e pensavo alle divinazioni.
E mi avvidi
che Dio si rivela ai piรน buoni.